“La sanità non funziona senza infermieri”.
Lo sanno bene i professionisti che lavorano ogni giorno a fianco dei cittadini per far fronte ai loro bisogni di salute. E lo fanno al di là dei condizionamenti che un mondo del lavoro spesso piegato ai bisogni dell’economia impone loro malgrado. Lo fanno perché lo hanno scelto di fare e non lascerebbero mai nessuno indietro, mai nessuno solo nel suo bisogno.
Lo sanno bene le Regioni, le aziende sanitarie e le altre professioni che, spesso, fanno dell’infermiere il loro asso nella manica per risolvere problemi di organizzazione, di assistenza e anche di cura. A volte utilizzando metodi che vanno anche al di là – nel bene e nel male – della professionalità infermieristica.
Lo sanno bene i politici che nei momenti clou della propria attività rivolgono maggiori attenzioni alla comunità infermieristica, la più numerosa tra i professionisti della sanità con i suoi oltre 450mila iscritti.
Lo sanno bene gli assistiti che nelle indagini e nei sondaggi sostengono l’importanza e la necessità degli infermieri, a volte difendendoli perfino in modo quasi “sindacale”. E, cosa più importante, lo testimoniano con il rapporto speciale e diretto che hanno con loro nel momento del bisogno.
Lo sa bene anche chi ormai troppo spesso tenta di arginare la crescita esponenziale della professione con affermazioni strumentali che cercano in qualche modo e senza alcun successo di insinuare dubbi, di mettere in forse conquiste ormai acquisite.
Ma se tutti lo sanno, è bene che oggi sia ancora più chiaro, evidente e visibile che “La sanità non funziona senza infermieri”.
Il momento migliore per ribadirlo è la giornata internazionale dell’infermiere che celebriamo ogni 12 maggio in onore del compleanno di Florence Nightingale per la quale il prossimo anno ricorderemo i 200 anni dalla nascita.
Una data giudicata importante a livello internazionale: l’Oms ha scelto il 2020 come anno dell’infermiere e come data di conclusione della campagna Nursing Now avviata a febbraio 2018 e che oltre a sottolineare i rischi della carenza di personale, ha come obiettivi principali per un’assistenza a livelli elevati:
1. maggiori investimenti per migliorare l'istruzione, lo sviluppo professionale, gli standard, la regolamentazione e le condizioni di lavoro per gli infermieri;
2. maggiore e migliore diffusione di pratiche efficaci e innovative nell'infermieristica;
3. maggiore influenza per gli infermieri sulla politica sanitaria globale e nazionale, come parte di un più ampio sforzo per garantire che la forza lavoro della salute sia maggiormente coinvolta nel processo decisionale;
4. più infermieri in posizioni di comando e maggiori opportunità di sviluppo a tutti i livelli;
5. dare ai responsabili politici e decisionali spunti per comprendere dove l'infermieristica può avere più impatto, cosa impedisce agli infermieri di raggiungere il pieno potenziale, come affrontare gli ostacoli.
La campagna è stata avviata ora anche in Italia e questi per noi sono obiettivi per consentire agli infermieri di dare un contributo ancora maggiore al miglioramento della salute.
Nel XXI secolo vedremo più comunità e servizi a domicilio, una migliore tecnologia e la cura centrata sulla persona: gli infermieri saranno in prima linea in questi cambiamenti e per questo devono imparare a essere leader perché tutte queste qualità le hanno già sviluppate e fanno parte della loro vocazione e della loro professionalità.
Il rapporto suggerisce che i paesi possono ottenere una rapida espansione della copertura sanitaria universale adottando una strategia che combini gli investimenti nella forza lavoro con i cambiamenti nei servizi.
Significa consentire agli infermieri di lavorare utilizzando il massimo potenziale attraverso la creazione di più strutture guidate da infermieri specializzati e il rapporto mostra che l'espansione della copertura sanitaria universale si farà dipendere in larga misura dall'abilitazione e dalla formazione della forza lavoro esistente, compresi gli infermieri, per lavorare in modo più efficace. Per gli infermieri, un modo di espandere le proprie conoscenze, è la riflessione condivisa delle attività intraprese. Questo è tra i nostri obiettivi a breve termine.
Gli infermieri in questa campagna 2019 per la giornata internazionale lo dicono, lo affermano e lo spiegano chiaramente, mostrando e comunicando ciò che siamo e che rappresentiamo nella realtà di tutti i giorni agli occhi dei cittadini: la migliore risposta a posizioni che non tengono conto dei progressi intervenuti negli ultimi anni.
Abbiamo fissato nuovi cardini etici nel nuovo Codice rispetto al quale è bene ricordare che deontologia è letteralmente lo “studio del dovere”, cioè la trattazione filosofico-pratica delle azioni doverose e la loro codificazione per i professionisti. Non un “atto aziendale”
Lo stiamo facendo anche a livello di organizzazione del lavoro, senza intrometterci in compiti che la legge da sempre – e la n. 3/2018 lo ha ribadito con forza – assegna alle organizzazioni sindacali, ma con operazioni che mirano a dare spazio al nuovo infermiere: una nuova epidemiologia richiede nuovi modelli di assistenza e, per questi, c’è il nuovo infermiere che deve essere specializzato e le sue specializzazioni codificate. Deve essere presente h24 sul territorio e il suo lavoro tutelato e riconosciuto. Ma deve essere disponibile ovunque e in tutte le Regioni senza carenze, oggi allarmanti, e in modo omogeneo, sia dal punto di vista delle responsabilità, sia da quello della formazione e dei diritti/doveri sul lavoro e nei confronti degli assistiti.
Recentemente, le associazioni che rappresentano cittadini e pazienti e che fanno parte della Consulta FNOPI, un organismo operativo della Federazione per essere sempre presenti rispetto alle vere esigenze degli assistiti, hanno affermato che il ruolo dell’infermiere è assolutamente importante per la gestione e il trattamento delle loro patologie che comprendono sia una parte educazionale sia una parte assistenziale. E hanno aggiunto, “è sicuramente importante incentivare il riconoscimento e il ruolo dell’infermiere, non soltanto come persona che si deve confrontare sul piano professionale con l’assistito, ma anche per le competenze e per l’alta specializzazione che questa figura ha”.
Tutto questo dobbiamo tenerlo sempre davanti ai nostri occhi, nella nostra mente: siamo infermieri prima di tutto, e crediamo nella forza della relazione, dell'ascolto, dell'inclusione, dall'autorevolezza che vince sull'autorità. Crediamo in un gruppo allargato, partecipato, che lasci spazio ad autonomie di pensiero e di cultura perché il rispetto della persona parte anche da questo.
La nostra è una professione che guarda al futuro, sempre avanti, e ha come scopo il rapporto coi pazienti: un elemento valoriale importante sia professionalmente che per il ‘patto col cittadino’ che da anni ci caratterizza. Per noi è essenziale avere una relazione privilegiata con loro, per comprendere come ci vedono e come possiamo soddisfare nel modo migliore i loro bisogni di salute.
La campagna di quest’anno lo dimostra, lo fa vedere, lo fa toccare con mano senza che vi siano dubbi di interpretazione o lasciando spazio a commenti inappropriati: con un gioco di parole si vede ciò che è evidente ed è evidente ciò che si vede.
Dimostra nei fatti che “la sanità non funziona senza infermieri”: per noi tutto questo rappresenta una grande responsabilità, ma è anche il segno dei tempi che evolvono e del valore che la figura degli infermieri ha assunto e va via via assumendo ogni giorno che passa sempre di più.
Siamone orgogliosi. Siamo sempre coscienti e coerenti per ciò che la nostra professione rappresenta, non solo per noi stessi, ma anche per gli altri.
Siamo sempre orgogliosi prima di tutto di essere infermieri.
Auguri a tutti, buon 12 maggio 2019!
Barbara Mangiacavalli
Presidente Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche