“Con l’approvazione del nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2019-2021 – ha dichiarato Barbara Mangiacavalli Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche – il Servizio Sanitario Nazionale si dà una strategia per governare una delle sue problematiche più importanti. La sua approvazione rappresenta quindi un passo in avanti che potrà divenire ancora più efficace attraverso la costante valorizzazione delle competenze della professione infermieristica. La nostra professione è una risorsa sulla quale il Ministero della Salute e le Regioni possono e devono contare in un’ottica di maggior efficacia ed efficienza del sistema con conseguente abbattimento dei tempi di attesa delle prestazioni che devono svolgere i cittadini”.
Liste d’attesa: buona notizia per Ssn e cittadini. Infermieri sono una risorsa per abbatterle
“Con l’approvazione del Piano nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2019-2021 – ha dichiarato Tonino Aceti il Portavoce della Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche – il Servizio Sanitario Nazionale sarà più forte e maggiormente in grado di garantire il diritto dei cittadini ad un accesso tempestivo alle cure. E’ una bella pagina delle politiche sanitarie pubbliche del nostro paese perché da oggi esistono tempi massimi di attesa per tutte le prestazioni e non più solo per una piccola parte; qualora i tempi massimi non saranno rispettati saranno attivi percorsi di garanzia per il cittadino volti a garantire la prestazioni nei tempi giusti e in un ambito territoriale di prossimità, senza costi aggiuntivi rispetto al ticket e senza dover fare più tanti chilometri; le persone con malattia cronica non usciranno più dalla struttura ospedaliera senza la prescrizione e senza la prenotazione, il cittadino sarà preso in carico automaticamente dal SSN. E ancora più trasparenza per le agende di prenotazione, più controlli e verifiche”.
Per sostenere questa importante strategia – concludono Mangiacavalli e Aceti- necessario finanziare adeguatamente il Fondo sanitario nazionale e superare il tetto di spesa per il personale sanitario fermo al 2004 ridotto dell’1,4 per cento.